Porta della Carnia

Localizzazione:

Amaro (Ud)

Committente:

Carnia industrial Park

Progetto:

Mentil Federico capogruppo, Giulia Pecol, Mina Fiore

Cronologia:

Dicembre 2017

 

Rispetto all’arteria autostradale questo luogo è l’ingresso e l’uscita per la Carnia. Dagli anni ottanta si è sviluppato fino a diventare ora estensione della zona industriale di Tolmezzo. La morfologia urbana che caratterizza quest’area è il frutto di strategie funzionali al traffico leggero e pesante e il risultato è la costruzione di un luogo privo di specifica identità. Questo fa si che luoghi geograficamente tra loro molto lontani siano indistinti a livello percettivo e non lascino traccia nella parte sensibile della nostra identità.

Pensare a questo luogo come a una qualunque rotatoria stradale è però estremamente riduttivo. La rotatoria è, oltre che infrastruttura di viabilità, ingresso o uscita da un territorio che non mette in scena uno specifico e spettacolare “brand” alpino, ma si configura come insieme apparentemente omogeneo di paesaggi affascinanti.

Questo luogo è contenuto in un “catino” racchiuso tra due dorsali alpine che qui si sfiorano. Da un lato le alpi Carniche, più a est le Giulie. All’orizzonte, sul fondo visuale di una prospettiva che si allunga verso est, si scorge il profilo delle vette spartiacque tra la valle del Tagliamento e il Cadore. La Carnia è uno scrigno che protegge un ambiente naturale di grande bellezza dove boschi di abeti e faggi proteggono una biodiversità unica nell’arco alpino.

La Carnia è anche luogo ove sin da secoli si è saputo sviluppare un’imprenditoria di eccellenza. Ci piace portare come esempio le manifatture di Jacopo Linussio, cui si deve l’ evoluzione di una mentalità che si è certamente saputa rinnovare nel tempo.

Trovare il modo per dare nuovo significato a questo svincolo stradale ai fini di una sua trasformazione nella “porta della Carnia” è l’ occasione per cercare di evidenziare gli aspetti sociali, economici e naturalistici che caratterizzano l’odierno territorio montano della Carnia. La nostra proposta cercherà, attraverso il progetto, di “scomporli” su diversi piani di lettura o layer tematici mirando a mettere ordine in questo luogo ingombro di segni che si sovrappongono caoticamente.

Il nostro progetto trasforma la rotatoria in dispositivo capace di selezionare le montagne lontane rispetto i capannoni e agli edifici che in primo piano ne nascondono l’immagine. Modificando la sezione trasversale dell’ infrastruttura, praticando nel terreno uno scavo e successivamente un riporto, si invertiranno i piani di lettura del paesaggio. Si porrà attenzione alle montagne all’orizzonte e si riuscirà ad occultare l’ ambiente antropico che caratterizza questo luogo. L’affascinante paesaggio all’ orizzonte sarà per il viaggiatore un abbraccio che “accoglie”, preannunciando il viaggio che lo attende in questi luoghi.

Un secondo gesto dalla forte valenza naturalistica rafforzerà l’obiettivo dell’intervento facendo sì che la proposta diventi un “alter ego” dei luoghi che caratterizzano la montagna carnica. Una “cintura” di 28 alberi (come 28 sono i comuni della Carnia) avrà lo scopo di filtrare la visuale sugli elementi antropici del paesaggio circostante e generare una gerarchia tra le tante immissioni stradali. Il filare di alberi si allarga racchiudendo l’intera rotatoria. Il filare inizia all’ingresso e finisce all’uscita per la Carnia. Il concetto naturalistico del progetto è enfatizzato ancora maggiormente dalla presenza di tronchi di abete disposti lungo il percorso pedonale al margine dei filari di alberi. Alberi e tronchi che si pongono in secondo piano rispetto ad essi faranno in modo che la porta della Carnia sia un bosco dal quale poter ammirare, seppur in velocità, il profilo dei monti all’ orizzonte. Lo scavo necessario per definire la sezione di progetto, sarà occupato da un piccolo stagno collettore delle acque piovane provenienti dalla rotatoria e dei reflui delle attività circostanti. Lo specchio d’acqua avrà una duplice funzione. Sarà capace di riprodurre con i riflessi del sole la luce dei piccoli specchi di montagna e potrà essere efficace dispositivo di fitodepurazione.

La proposta intende istaurare un rapporto equilibrato tra la componente antropica dell’industria e del commercio che caratterizza questo luogo, e la prorompente natura che lo contiene. La ricerca di questa armonia, attraverso un progetto che promuove un atteggiamento site specific, ci rende maggiormente consapevoli rispetto i temi della sostenibilità ambientale, facendo sì che cresca in noi tutti il bisogno di preservare le risorse naturali come unica possibilità per rendere i nostri territori vivibili.