Casa Geologo

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L’edificio sul quale è stato realizzato l’intervento di ampliamento e ristrutturazione è il risultato di tre distinti interventi succedutisi nel tempo e facilmente riconoscibili.

Il nucleo centrale in pietra è costituito dalla struttura originaria di epoca ottocentesca mentre le parti laterali annesse, di recente realizzazione, costituiscono l’intervento eseguito dopo la totale demolizione di un fabbricato rurale. La demolizione ha lasciato il posto ad un piccolo giardino e successivamente ad un locale di servizio, causando la perdita del rapporto di continuità della struttura edilizia urbana che caratterizzava l’originario fronte storico.

Intenzione del progetto è stata quella di sopperire a questa mancanza e rispondere ad un programma funzionale che prevedeva un uso più complesso del fabbricato esistente. Prima dell’intervento l’edificio si articolava su tre livelli con i locali di uso diurno al piano terra e le camere ai piani superiori. Con l’intervento di ristrutturazione l’edificio è stato diviso in due unità edilizie grazie all’adeguamento di alcuni ambienti interni, all’adozione di un nuovo ingresso al primo piano e alla costruzione di un volume architettonico che ha completato il “vuoto” urbano lasciato dalla demolizione risalente agli anni 70′.

Il processo compositivo che ha condotto alla realizzazione di questa architettura, dopo aver assunto le necessità imposte dal programma e dalla volontà di rispettare il contesto (con un approccio che definiremmo “site specific”), trae origine dalla decisione di inserire allo stesso livello dell’abitazione del professionista il volume colorato dello studio con l’intenzione di risolvere le relazioni e i conflitti generati da tale scelta.

A partire da tale processo l’architettura si sviluppa in tre parti distinte: il volume architettonico dello studio del professionista, i suoi elementi di sostegno, e gli elementi di raccordo con gli edifici esistenti.

Nello svolgimento del progetto il rapporto tra colore, materiali ed architettura è fondamentale e molto stretto sia per ragioni di natura tecnica che compositiva.

E’ caratterizzato dalla presenza di tre finestre ciascuna delle quali stabilisce un rapporto singolare con l’esterno. La finestra ad angolo inquadra gli orti e le cime delle montagne circostanti. L’apertura orizzontale illumina con luce radente la parete opposta all’ingresso e “cattura” gli ultimi raggi solari prima del tramonto. L’impossibilità di collocare delle finestre sul lato est ed il desiderio dei committenti di trovare un luogo adatto per una collezione di piante alpine, ci ha suggerito di realizzare il piccolo patio sul quale si apre l’ultima finestra.

La dimensione della finestra a nastro sulla facciata principale in origine doveva essere più allungata. La presenza di un tirante in acciaio all’interno del getto in calcestruzzo posizionato sulla diagonale del quadrato della facciata principale ha impedito di mantenere le proporzioni del foro. Abbiamo perciò inserito il motivo bianco accanto alla foratura: insieme ricordo ironico delle decorazioni pittoriche delle facciate delle vecchie case contadine del paese, ordinatore di pesi e misure ed elemento grafico di connessione con l’edificio confinante.

Lo studio è sostenuto da un setto e dal volume adibito ad accogliere il nuovo impianto termico realizzati con strutture portanti in calcestruzzo armato. Il budget limitato ci ha fatto scegliere di non usare paramenti in cemento armato facciavista ma di applicare alle superfici un rasante miscelato con pigmento nero a base di ossidi che gli conferisce il colore scuro.

Gli spazi coperti sono utilizzati per il deposito degli strumenti da lavoro del geologo e per il posteggio dell’automobile. L’illuminazione artificiale di questi ambienti avviene con l’utilizzo di luce riflessa da grandi riquadri di colore bianco dipinti sulla superficie dei setti portanti.

Nello spazio di connessione tra il vecchio edificio e l’ampliamento, la pensilina in legno di abete, la scala in cemento, e la grande finestra ad angolo sono gli elementi che suggeriscono il percorso ai locali superiori. Questo spazio vuoto definisce un luogo di forte suggestione che si conclude alla vista del piccolo patio dal quale proviene la luce utile ad illuminare gli ingressi.

E’ uno spazio che viene usato come una stanza all’aperto, anticamera dell’abitazione reinterpretazione dei portici delle corti nelle vecchie case dei contadini di montagna.